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sabato 30 agosto 2014

E.F.T. Tecniche di libertà emotiva

Lo stress è un po’  come un contenitore che viene riempito ogni giorno da vari fattori, il  sistema all’interno di noi è capace di gestire questo stress e dissolverlo naturalmente e in modo efficace, così da poter essere in grado di subire e assorbire  il naturale  stress che riceviamo  di giorno in giorno,  senza che il contenitore vada sotto pressione e crei delle conseguenze.  Ma quando lo stress diventa troppo, il sistema non riesce a farsi carico, allora questo simbolico  contenitore  assume il significato di una pentola a pressione, in questa fase “sentiamo” di essere troppo  stressati. In questa fase possiamo ancora agire per evitare disagi ulteriori.   Cosa fa il sistema dopo questa fase per sopravvivere e scongiurare lo scoppio della pentola? Apre per così dire una valvola di sicurezza per fare uscire una dose di quello stress che rendeva pericolosa la situazione.            Dove va a finire quello stress? Viene distribuito nel corpo sotto forma di energia o tensione negativa.  Essa va a depositarsi in  quell’organo che  più riflette la natura del conflitto che determina l’accumulo di stress seguendo una logica: quella della metafora, creando così i più svariati  disturbi fisici ed emozionali, dal più piccolo e insignificante  al più significativo e deleterio. (ovviamente qui non si prende in esame i disturbi causati da traumi fisici come una caduta, un incidente,  da esposizioni ad agenti chimici o assunzione di medicinali chimici).

Lo stress, oltre a scaricare sul corpo,  aumenta l’acidosi  corporea.   Il suo antagonista è l’alcalinità , quest’ultima  viene favorita  dal  rilassamento profondo,  contrastando  l’acidosi e aumentando  l’alcalinità.   In altre parole, più ci stressiamo e  più aumenta l’acidosi,  più ci rilassiamo e sciogliamo lo stress e più aumenta l’alcalinità.  Le due si annullano reciprocamente una con l’altra, come la luce con il buio, se emerge una svanisce la l’altra.

Perché è importante questo aspetto per ognuno di noi nella prevenzione?  Perché un ambiente acido è un ambiente fertile alla malattia mentre un ambiente alcalino non può fare sviluppare la malattia. Qualsiasi  malattia per svilupparsi ha bisogno dell’acidosi.  Questa può  aumentare  con lo stress, con una pessima alimentazione,  o con l’assunzione di farmaci chimici.  Dall’altro  lato,  con il rilassamento profondo della mente facendo uso di  tecniche naturali e “scientifiche” (per “scientifiche”  si vuole specificare che queste tecniche sono razionali e del tutto  dimostrabili),  si è in grado di fare fluire uno stato di rilassamento e di  benessere in  tutto il corpo, influenzando  effettivamente le  fibre, i tessuti e le cellule.  Questo cambiamento di stato viene avvertito con sensazioni piacevoli  durante il trattamento. 

 Lo stress è la principale causa di malattie della psiche e del corpo, e l’eliminazione dello stesso è il principale mezzo  della prevenzione.  

Facciamo un esempio.  Se la persona vive una situazione in cui ha dei fattori stressanti ma in particolare  sente di avere delle responsabilità inopportune o comunque troppo pesanti da portare  di cui si sente di non farcela più,  o comunque qualcosa  a livello fisico, perché magari  deve badare al genitore malato a letto da molto tempo, oppure  a livello emotivo forse perché vorrebbe essere in grado di risolvere una situazione personale,  oppure una situazione finanziaria che la  sente pesante . (La sensazione qualunque essa sia,  deve essere vissuta dalla persona in quel modo, indipendentemente dalla causa se questa  è enorme o piccola, è come la vive la persona che fa la differenza.)  A questo punto lo stress rilasciato dal sistema può farlo andare a depositare  sulle spalle che metaforicamente   sono quelle che “sostengono” o “portano” i pesi,  oppure sulla schiena in generale poiché anche quella è generalmente riconosciuta  come quella che sostiene il peso del corpo.

Un altro esempio. Se un fattore stressante ha a che fare con qualcosa che non riusciamo proprio a mandare giù, a digerire, e questo conflitto lo portiamo avanti per molto tempo, tanto che diventa un problema che genera oramai autonomamente dello stress, questo farà innescare il meccanismo di cui parlato sopra portando ad avere qualche problema  probabilmente alla gola o allo stomaco.

Le tecniche per eliminare o sciogliere lo stress sono tante quanto le vie e i mezzi per andare in un determinato luogo. Immaginiamo che arrivare a destinazione in un luogo rappresenti lo scioglimento totale dello stress accumulato.  Se per esempio vogliamo andare a Roma, possiamo andarci in aereo, in macchina in autobus, in moto, in bici, a piedi, in taxi, a nuoto, in nave, in barca, in motoscafo, ecc…ecc…   ma possiamo anche usare in sinergia più mezzi, tutto dipende dalle circostanze.  Così sono i mezzi o le strade per sciogliere lo stress. Vi sono molte tecniche per raggiungere lo scopo, queste  si possono usare singolarmente o in sinergia, cioè più tecniche contemporaneamente. Queste tecniche possono agire con questa dinamica: corpo-mente-corpo,  cioè si stimola il corpo (ad esempio la riflessologia plantare) che da segnali alla mente di agire sul corpo; oppure con quest’altra dinamica: mente-corpo. In questo caso la mente è stimolata direttamente riflettendo benefici sul corpo ma anche sulle emozioni. Si può usare anche le due dinamiche in sinergia. Da ciò si comprende che, nella sua essenza  sciogliere lo stress in modo naturale  è un’arte,  che va studiata e imparata, che deve essere spinta dalla passione, ma soprattutto guidata e motivata dalla consapevolezza del bene che traggono le persone  a cui si ha il privilegio di trattare.

L’ EFT, che in italiano significa tecnica di rilascio emozionale è una tecnica molto valida allo scopo.

Ti dico in breve e  a parole semplici e concetti pratici,  come funziona.

La pratica di tale tecnica è quella di formulare delle affermazioni adatte alla persone in base alla sua situazione, dopo aver fatto questo si picchetta con le dita alcuni punti fondamentali dei meridiani energetici della medicina cinese (punti che corrispondono a emozioni o qualità come coraggio, gioia vergogna cc.) e nel contempo si formula le frasi, mentre la persona  fa questo deve notare dentro di lei quale sensazione gli provoca pronunciare quelle frasi, l’operatore poi procede cambiando le frasi o facendo ripetere dei passaggi. Questo molto ma  molto in sintesi la procedura o esercizio.

Come e perché  funziona? Questa tecnica usa  le due dinamiche di cui parlato prima contemporaneamente. Le affermazioni pronunciate e sentite a livello emotivo e i picchettamenti sul corpo agiscono sulla mente con la dinamica mente-corpo, e  con la dinamica corpo-mente-corpo, ciò che rende più efficace l’EFT è l’abbinamento di entrambe.  Questa tecnica chiama in causa le emozioni che si vivono a livello conscio e soprattutto a livello inconscio, con il pronunciare l’emozione si attiva la stessa, con il picchettare e pronunciare andiamo a sciogliere proprio la dove si va a depositare lo stress che causa Sofferenza e in particolare i conflitti,   in quanto agiamo sui meridiani e punti di agopuntura, ma cosa molto importante già citato è che va a sciogliere tensioni e conflitti inconsci di cui non siamo consapevoli e che ci creano problemi, come programmi in un computer che girano autonomamente. È come se andassimo a cercarli per poi riconoscerli, acchiapparli,  e scioglierli come neve al sole. Anche questo mezzo, l’ EFT,  è molto efficace quindi per eliminare conflitti e “programmi”  nocivi nel nostro cervello.
Chi ha praticato questi esercizi ha sempre avuto grande giovamento.
Giovanni G.

venerdì 25 ottobre 2013

Prevenzione e valutazione energetica del corpo attraverso il piede.

Il riflessologo, durante la prima seduta,  tratta tutto il piede nelle varie zone e determina dove vi è carenza e dove vi è blocco dell'energia. Questa valutazione sarà tenuta presente nelle prossime sedute in cui il riflessologo potrà confermare quanto osservato precedentemente oppure osservare che lo schema energetico generale stà cambiando, evolvendo in qualche modo, questi cambiamenti sono positivi e fanno parte del naturale corso di riequilibrio energetico.
Questo processo dinamico che di volta in volta evolve, permette non solo di valutare gli eccessi e le carenze di energia, ma anche  individuare nello specifico quali sono le aree che presentano tali squilibri, oltre che fare  emergere comportamenti dannosi come anche problematiche passate irrisolte che creano ancora conflitto interiore. Ciò è coadiuvato da una buona comunicazione fra riflessologo e cliente, dalle tecniche di massaggio e da un'osservazione visiva del piede.
Da ciò si evince l 'importanza di un approccio riflessologico oloistico al fine di ritrovere l'equilibrio necessario al benessere, questa è la prevenzione di primo grado, necessaria a chiunque voglia prevenire i disagi e mantenere un benessere psico fisico.

sabato 12 ottobre 2013

I colori la luce e i loro effetti.

E' davvero notevole come il variare di un  colore della luce possa far crescere o impedirne la stessa a una pianta!
Quindi la domanda che ci possiamo porre è: perché e come agisce il colore?
Per rispondere a questa domanda analizziamo innanzitutto gli effetti della luce stessa come tale.
Medici, terapeuti e scienziati hanno sperimentato con successo l'uso della luce e del colore.
Un estratto di una relazione presentata da Kate W. Baldwin a un seminario della Società Medica della Pennsylvania e riprodotta dal "The Atlantic Medical Journal" (già aprile 1927)  recita: "Nella luce e nel colore che sono spesso trascurati, si cela un potenziale più efficace di quello dei farmaci o dei sieri. "
Poi fa notare che quando vi è un disagio o malattia è perché il laboratorio all'interno dell'essere umano  non ha prodotto le sostanze necessarie. La relazione continua: "le cause possono essere due: la presenza di qualche disordine nel meccanismo interno, o la mancanza di alcuni elementi indispensabili.  Perchè il corpo possa assorbire gli elementi basilari, è necessario che questi vengano separati dalle scorie. Ciascun elemento chimico, se viene opportunamente eccitato, emette un onda di un colore specifico. Quella prevalente dell'idrogeno, per esempio, è il rosso, quella dell'ossigeno è il blu. La luce solare, entrando in contatto con il corpo, è scomposta nei colori dello spettro e nelle loro combinazioni, proprio come succede quando la luce bianca attraversa un prisma. Tutti i colori nella parte rossa dello spettro sono più o meno  stimolanti, mentre quelli nella parte blu hanno un effetto rilassante.
Ogni colore è composto da diverse sfumature, e ognuna è prodotta da una lunghezza d'onda leggermente diversa. Come, combinando le onde sonore, si producono armonie e disarmonie, così si possono combinare le onde di colore  ricercando, attraverso un opportuno accordo, un'armonia finale....
Il colore è il  sistema terapeutico più semplice e accurato che sia mai stato elaborato, garantisce risultati più rapidi e efficaci di tutti gli altri metodi e con minor disagio per il paziente. In molti casi, si è assistito alla ripresa delle funzioni organiche dopo il fallimento di tutti gli altri metodi."

La luce solare quindi ha notevoli proprietà terapeutiche e sulla salute in generale. Può guarire molti disturbi fra i quali, dolori, raffreddori, febbre; può innalzare il livello di emoglobina e dei globuli rossi, aumentare il metabolismo di tutti i tessuti; ha effetti battericida e analgesici; ha effetti benefici su sinusiti, ulcere; la luce stimola il cuore, e altri organi vitali; ha un effetto notevole sui radicali liberi e quindi come antiossidante. Inoltre la luce rallenta lo sviluppo dei batteri nocivi.
Chiaramente si evince che la luce solare giova all'organismo, così come la mancanza di essa è nocivo. Quando si fa un bagno di luce solare la pelle scurisce e diventa più scura, segno che i benefici sono in atto, ma è anche vero che in natura tutto procede meravigliosamente nell'equilibrio. Plinio, naturalista nel I secolo d.C., affermava che la vitalità e pienezza dei romani, popolo di dominatori, stava nel solarium posto sui tetti delle case, dove essi facevano frequenti bagni solari e di aria.


( Tratto da: Gli effetti curativi dei colori e della luce, Linda Clark, RED edizioni 2004)

sabato 5 ottobre 2013

Introduzione alla cromoterapia

Quando la luce del sole attraversa un prisma di vetro, otteniamo uno spettro luminoso che deriva dalla scomposizione della stessa. Questo spettro luminoso è composto da sette colori fondamentali: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola.
La stessa luce del sole si propaga nello spazio alla velocità di 300.000 km al secondo, sotto forma di onde elettromagnetiche. Queste ultime sono quindi in parte cariche elettriche oscillanti e in parte campo magnetico, che concatenate insieme formano le OE.
Le OE sono vibrazioni che si propagano in maniera simile alle onde del mare.
il numero di vibrazioni per ogni secondo sono chiamate "frequenza dell'onda" mentre la distanza tra un'onda e l'altra è detta "lunghezza d'onda".
Le OE possono avere lunghezze d'onda, e quindi frequenze, che variano entro un intervallo di valori estremamente ampio: da meno di un nanometro (nm) che equivale a un milionesimo di millimetro, a diverse centinaia di chilometri; nel loro insieme formano il cosiddetto 'spettro elettromagnetico'.
La luce visibile, o spettro visibile, si trova nella  lunghezza d'onda tra i 400 e i 700 nanometri.
Tutte queste OE trasportano energia tanto più elevata, quanto più piccola è la lunghezza d'onda.
Le OE sono utilizzate per la radio, televisore, radar, telefoni cellulari, forni a microonde, raggi infrarossi, luce ultravioletta, raggi X, TAC, radioterapia, e altro ancora.

Sono stati fatti esperimenti per verificare l'influenza dei colori, mettendo dei filtri colorati tra la luce solare e le piante, si è osservato che le onde lunghe dello spettro accelerano la crescita, mentre le onde corte la ritardano. In particolare, la violacciocca ha dimostrato di crescere più in fretta se irradiata di luce  con filtro rosso-arancione, se invece è irradiata con giallo, verde o blu, non cresce in altezza e non fa fiori.

martedì 1 ottobre 2013

Controindicazioni nel trattamento della riflessologia plantare

Vi sono delle controindicazioni che devono essere valutate attentamente prima di optare per il trattamento. Queste controindicazioni sono di solito rigide se la causa della stessa controindicazione è elevata e grave, quindi  non si deve praticare la riflessologia plantare fino a che sussiste il problema, in alcuni casi invece, il riflessologo può determinare di trattare alcune zone che non interferiscono, e tralasciarne altre che possono interferire disturbando o aggravando la situazione del problema in atto.
Per esempio, nel caso di una grave malattia infettiva non si deve praticare la riflessologia plantare, ma una volta passato lo stato acuto, per vari motivi  il trattamento diventa opportuno consigliabile, e comunque dipende anche dal tipo di malattia infettiva di cui si è infetti.

La riflessologia è controindicata nei seguenti casi:
grave malattia infettiva
trombosi
qualunque disturbo che necessita di  un intervento chirurico
prima di essere sottoposti ad intervento chirurgico d'urgenza
subito dopo un intervento chirurgico
cancrena o gravi infezioni alle gambe o ai piedi
donne in stato interessante fino al quarto mese e gravidanze a rischio
trattamento farmacologico intenso (occorre il benestare del medico curante)
diabete grave
recente attacco cardiaco (si può praticare dopo 6 mesi dall'attacco dietro benestare del medico curante)
psicosi acuta
linfoma
stomaco molto pieno o prima di due ore dal pasto

martedì 24 settembre 2013

Approccio olistico: svantaggi e vantaggi

Come si può immaginare, la riflessologia plantare è una tecnica di approccio olistico.
Tale approccio, consiste nel valutare un problema qualsiasi globalmente, nella sua totalità.
Ogni essere umano é la somma di diversi livelli che interagiscono tra loro e si influenzano reciprocamente, livello mentale, emotivo, spirituale e fisico.
Il disturbo, qualunque esso sia, è il tentativo di ripristinare l'equilibrio che in quell'ambito non è più al meglio. E' un segnale mandatoci per farci fare qualcosa affinché ripristiniamo l'equilibrio, e così facendo scongiurare il futuro evolversi del disturbo con la presenza di un altro sintomo peggiore, semprecon uno scopo: capire che dobbiamo agire la  dove abbiamo bisogno.
In queste circostanze riconosciamo che abbiamo bisogno di aiuto e vero interesse, il riflessologo e la riflessologia ci vengono in aiuto sotto questo aspetto.

Ecco i principi che guidano l'approccio olistico:

1. Tutti i disagi sono creati dalla forza vitale o dalla sapienza contenuta nell'inconscio dell'individuo, essa è influenzata dalla totalità della persona: il vissuto mentale passato e presente, il corpo,
i sentimenti, i conflitti, la parte spirituale.
2. Tutti i disagi sono la conseguenza di uno o più processi di questi canali, il singolo disturbo fa parte di un insieme più grande, una parte che necessita venire a galla.
3. La persona può non rendersi conto, che è lei stessa responsabile del proprio disagio, e che lei stessa è l'artefice della soluzione del disagio stesso, ma ciò può avvenire solo dopo essere diventa consapevole delle dinamiche stesse del disagio, del perchè si manifesta e del potere proprio di cambiare la situazione, soprattutto deve comprendere che è necessario cambiare qualcosa, individuando quel qualcosa, e avendo la volontà di farlo. Il fatto di rivolgersi ad un operatore del benessere è già di per sè una dimostrazione nei confronti del proprio io, di voler cambiare veramente.
Il riflessologo quindi,  accompagna il cambiamento che solo la persona può attuare, grazie a quanto detto e alla stimolazione delle energie latenti allo scopo di riequilibrare il sistema energetico, e anche se sono le mani sapienti del riflessologo a fare questo, è sempre la carica energetica dell'individuo che agisce e riequilibra.
4. Qualunque esperienza ha vissuto la persona ha la sua rilevanza e fa parte del suo retaggio generale.
5. Più la persona è consapevole di sè, dei suoi pensieri, emozioni, sentimenti, percezioni e, più sarà veloce e facile il riequilibrio energetico.
6. E' basilare il rilassamento profondo, inoltre ciò consegue altri due aspetti fondamentali: la concentrazione e  il contatto con il proprio sè.
7. La procedura di trattamento del massaggio riflessogeno deve tenere conto di tutti i punti nessuno escluso.

Svantaggi:
A volte già dal primo trattamento si può notare un maggiore benessere generale, ma la riflessologia richiede più tempo di una terapia farmacologica. In un'era in cui tutto va sempre più veloce, e in cui si privilegia la rapidità, può risultare uno svantaggio il doversi dedicare a una serie di trattamenti settimanali. Vi sono però persone che deluse dai metodi che dovrebbero dare sollievo in poco tempo, si rivolgono alla riflessologia con grande volontà e pazienza, poichè hanno compreso a loro spese la necessità di un trattamento di maggiore durata e sono decisi a dedicarvi tutto il tempo che necessita.

Vantaggi:
Tenendo conto delle controindicazioni, con i trattamenti di riflessologia plantare e praticamente impossibile nuocere alla persona sotto qualsiasi aspetto.
Ha un enorme potere preventivo sugli eventuali futuri disturbi, grazie al conseguimento di un equilibrio energetico profondo.
Il trattamento di per se è piavevole.
la persona prende parte al trattamento attraverso tutti i canali energetici, dal corpo allo spirito, quest'ultimo inteso come forza interiore.
Sblocco di processi rimasti incompiuti.
Sblocco di circoli viziosi.
Cambiamenti nello stato energetico degli organi e degli apparati, che danno come effetti collaterali la scomparsa di sintomi sgradevoli, lasciando il posto alla sensazione di benessere.
Miglioramento del senso di leggerezza unita a rinnovata gioia della vita, specialmente dopo una serie di 10 trattamenti.
Scioglimento dello stress eccessivo e rinnovata forza nei confronti dello stesso.
Miglioramento generale dello stato mentale, fisico e spirituale.
Il trattamento olistico da la certezza all'operatore di dare veramente qualcosa, non solo per il tempo dei trattamenti, ma per tutta la vita.
Il trattamento olistico prevede da parte dell'operatore, un reale interesse nei confronti delle persone che vengono trattate, pertanto l'operatore olistico trova la forza nell'essere guidato da questo principio, ed è mosso giorno per giorno da un obiettivo: essere di aiuto agli altri.


lunedì 23 settembre 2013

Riflesssologia planttare, origini e principi.

La riflessologia plantare è stata usata millenni fa in Cina e in Egitto, ma grazie al medico otorinolaringoiatra William H. Fitzgerald, nel secolo scorso portò alla luce questa disciplina in occidente intorno al 1916, la quale sviluppò un sistema che chiamò “terapia o massaggio zonale”.
In seguito la massaggiatrice americana Eunice Ingham, grazie a studi condotti sulle ricerche del dott. Fitzgerald e di altri, confermò quanto stabilito dal suo predecessore in particolare sull’esistenza di connessioni tra le diverse zone del corpo. Stabilì inoltre che era possibile studiare e applicare un sistema per interagire con le varie parti del corpo, lavorando esclusivamente sul piede. I suoi allievi diffusero poi queste tecniche ovunque negli stati uniti e in Europa.


Il mondo delle medicina ufficiale guarda ancora con una certa incredulità alla riflessologia plantare, ma ciò è dovuto soprattutto al fatto che semplicemente non hanno conoscenza ed esperienza diretta sulla disciplina stessa, in altre parole non la praticano, se lo facessero vedrebbero i risultati e sicuramente cambierebbero lo scetticismo in fiducia.
inoltre la medicina convenzionale é molto più recente rispetto la riflessologia e la medicina cinese, sicuramente la medicina moderna convenzionale ha  accumulato un'infinità di conoscenze e ha a disposizioni moltissime risorse anche assai potenti e  di tutto rispetto, ma di solito il suo approccio scientifico fa allontanare da una prospettiva umana, privilegiando che sono le componenti biochimiche e meccaniche del paziente. 


Possiamo dire anche che esiste un precedente a cui fare riferimento: l’Omeopatia.


Questa è stata portata in voga negli anni ’90.  A quel tempo non si sentiva altro che attacchi da parte della classe medica e contrattacchi da parte di chi praticava e credeva nell’Omeopatia, vi erano dibattiti in tv, confronti tra ciò che diceva un medico “non credente” e uno “Credente” riportati sui vari periodici. Gli uni, dicevano che è solo zucchero senza nessun potere curativo, gli altri, portavano all’attenzione i benèfici effetti sulla salute di chi ne faceva uso. Ma quale è stato poi il decorso di tale battaglia? Forse ancora oggi la scienza non riesce  a spiegare completamente in maniera perfetta  il meccanismo di azione dei prodotti omeopatici, (anche se c’è molto da dire su ciò, ma non è questo l’argomento su cui voglio allargarmi), ma sta di fatto che funzionano, e ora che moltissimi la usano e ne traggono beneficio la cosa è di pubblico dominio, pertanto ora nessuno si sognerebbe di denigrare spudoratamente  l’Omeopatia, dicendo che è solo zucchero, o che è un effetto placebo,  in quanto risulterebbe notevolmente caparbio e incurante dei fatti.


Similmente, oggi molti sono ancora scettici sui reali benefici della riflessologia plantare, ma ciò non toglie che coloro alla quale vengono praticati questi trattamenti hanno enormi benefici, tali da lasciare a volte stupefatti.    


Oggi giorno comunque le persone in generale sono molto più aperte verso la riflessologia e i trattamenti naturali in genere, si vede un  atteggiamento molto positivo  verso l’approccio  naturale come non si era mai vista prima.


Può essere necessario ancora un pochino perché sia accettata completamente come nel caso dell’omeopatia, ma grazie alla divulgazione sempre più frequente e incalzante con i mezzi oggi a adisposizione, possiamo essere certi che il tempo necessario si riduce notevolmente.


Nel frattempo fortunati coloro che sono aperti e già ora usano la riflessologia plantare come cura e prevenzione, in quanto efficace, innocua, e perfettamente in armonia con tutto l’essere umano visto nella sua globalità.


Un sincero augurio di buona salute.


 17 settembre 2013

Il Dott. Fitzgerald, in qualità di otorinolaringoiatra, fu acuto nel notare che alcuni reagivano diversamente da altri allo stesso tipo di intervento  in relazione  al dolore, infatti alcuni soffrivano molto meno.


In seguito notò che coloro che avevano meno dolore, avevano ricevuto  pressioni su  una o più parti del corpo prima di subire l’intervento.


Il dott. Fitzgerald cominciò a studiare queste relazioni tra i punti del corpo e l’attenuazione del dolore quando questi venivano premuti.  Grazie a questi studi scoprì che il corpo può essere suddiviso in zone longitudinali, queste si possono spiegare come strisce che occupano la grandezza di ogni dito del piede. Immaginiamo di avere  di fronte a noi la pianta di un piede, ora immaginate di tracciare una riga sulla pianta del piede partendo  dalle dita verso il tallone, nel punto dove c’è lo spazio tra le dita. In questo modo segneremmo quattro righe che formano cinque strisce larghe quanto lo spessore di ogni dito, queste percorrono a loro volta tutto il corpo fino alla testa, davanti e dietro,  lo stesso dicasi per le mani, queste ultime percorrono il braccio, incontrano il collo e raggiungono la testa. Infatti, scoprì che ad esse corrispondevano sia la relativa superficie del corpo che gli organi interni. 


Premendo alcune zone del corpo si avevano risultati corrispondenti in altre parti del corpo secondo queste sezioni.


Venivano trattate delle parti con pressioni di  trenta secondi fino ad alcuni minuti, e per alleviare velocemente il dolore si usavano talvolta delle pinzette che si posizionavano sui polpastrelli  delle dieci dita delle mani.


Le linee longitudinali sono tridimensionali in quanto riflettono l’interno del corpo davanti e dietro, pertanto l’indicazione che il riflessologo trae dall’osservazione e la palpazione del piede è da ricercare davanti e dietro, quanto in alto e in basso.


Uno squilibrio in una parte di queste zone longitudinali, determina un eccesso a monte e una carenza a valle della stessa, come un ostacolo in un corso d’acqua.


Vi è anche un’altra suddivisione orizzontale che separa la pianta del piede in quattro parti, la prima linea va tracciata appena sotto le dita un centimetro dopo l’inizio del cuscinetto della pianta del piede, la seconda a due terzi della lunghezza restante del piede e la terza a un terzo circa della rimanenza del piede.in questo schema il corpo è suddiviso in quattro parti: sezione testa-collo-spalle; sezione polmoni,  tra spalle e diaframma; sezione tra il diaframma e il bacino; sezione pelvi-arti inferiori.