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lunedì 23 settembre 2013

Riflesssologia planttare, origini e principi.

La riflessologia plantare è stata usata millenni fa in Cina e in Egitto, ma grazie al medico otorinolaringoiatra William H. Fitzgerald, nel secolo scorso portò alla luce questa disciplina in occidente intorno al 1916, la quale sviluppò un sistema che chiamò “terapia o massaggio zonale”.
In seguito la massaggiatrice americana Eunice Ingham, grazie a studi condotti sulle ricerche del dott. Fitzgerald e di altri, confermò quanto stabilito dal suo predecessore in particolare sull’esistenza di connessioni tra le diverse zone del corpo. Stabilì inoltre che era possibile studiare e applicare un sistema per interagire con le varie parti del corpo, lavorando esclusivamente sul piede. I suoi allievi diffusero poi queste tecniche ovunque negli stati uniti e in Europa.


Il mondo delle medicina ufficiale guarda ancora con una certa incredulità alla riflessologia plantare, ma ciò è dovuto soprattutto al fatto che semplicemente non hanno conoscenza ed esperienza diretta sulla disciplina stessa, in altre parole non la praticano, se lo facessero vedrebbero i risultati e sicuramente cambierebbero lo scetticismo in fiducia.
inoltre la medicina convenzionale é molto più recente rispetto la riflessologia e la medicina cinese, sicuramente la medicina moderna convenzionale ha  accumulato un'infinità di conoscenze e ha a disposizioni moltissime risorse anche assai potenti e  di tutto rispetto, ma di solito il suo approccio scientifico fa allontanare da una prospettiva umana, privilegiando che sono le componenti biochimiche e meccaniche del paziente. 


Possiamo dire anche che esiste un precedente a cui fare riferimento: l’Omeopatia.


Questa è stata portata in voga negli anni ’90.  A quel tempo non si sentiva altro che attacchi da parte della classe medica e contrattacchi da parte di chi praticava e credeva nell’Omeopatia, vi erano dibattiti in tv, confronti tra ciò che diceva un medico “non credente” e uno “Credente” riportati sui vari periodici. Gli uni, dicevano che è solo zucchero senza nessun potere curativo, gli altri, portavano all’attenzione i benèfici effetti sulla salute di chi ne faceva uso. Ma quale è stato poi il decorso di tale battaglia? Forse ancora oggi la scienza non riesce  a spiegare completamente in maniera perfetta  il meccanismo di azione dei prodotti omeopatici, (anche se c’è molto da dire su ciò, ma non è questo l’argomento su cui voglio allargarmi), ma sta di fatto che funzionano, e ora che moltissimi la usano e ne traggono beneficio la cosa è di pubblico dominio, pertanto ora nessuno si sognerebbe di denigrare spudoratamente  l’Omeopatia, dicendo che è solo zucchero, o che è un effetto placebo,  in quanto risulterebbe notevolmente caparbio e incurante dei fatti.


Similmente, oggi molti sono ancora scettici sui reali benefici della riflessologia plantare, ma ciò non toglie che coloro alla quale vengono praticati questi trattamenti hanno enormi benefici, tali da lasciare a volte stupefatti.    


Oggi giorno comunque le persone in generale sono molto più aperte verso la riflessologia e i trattamenti naturali in genere, si vede un  atteggiamento molto positivo  verso l’approccio  naturale come non si era mai vista prima.


Può essere necessario ancora un pochino perché sia accettata completamente come nel caso dell’omeopatia, ma grazie alla divulgazione sempre più frequente e incalzante con i mezzi oggi a adisposizione, possiamo essere certi che il tempo necessario si riduce notevolmente.


Nel frattempo fortunati coloro che sono aperti e già ora usano la riflessologia plantare come cura e prevenzione, in quanto efficace, innocua, e perfettamente in armonia con tutto l’essere umano visto nella sua globalità.


Un sincero augurio di buona salute.


 17 settembre 2013

Il Dott. Fitzgerald, in qualità di otorinolaringoiatra, fu acuto nel notare che alcuni reagivano diversamente da altri allo stesso tipo di intervento  in relazione  al dolore, infatti alcuni soffrivano molto meno.


In seguito notò che coloro che avevano meno dolore, avevano ricevuto  pressioni su  una o più parti del corpo prima di subire l’intervento.


Il dott. Fitzgerald cominciò a studiare queste relazioni tra i punti del corpo e l’attenuazione del dolore quando questi venivano premuti.  Grazie a questi studi scoprì che il corpo può essere suddiviso in zone longitudinali, queste si possono spiegare come strisce che occupano la grandezza di ogni dito del piede. Immaginiamo di avere  di fronte a noi la pianta di un piede, ora immaginate di tracciare una riga sulla pianta del piede partendo  dalle dita verso il tallone, nel punto dove c’è lo spazio tra le dita. In questo modo segneremmo quattro righe che formano cinque strisce larghe quanto lo spessore di ogni dito, queste percorrono a loro volta tutto il corpo fino alla testa, davanti e dietro,  lo stesso dicasi per le mani, queste ultime percorrono il braccio, incontrano il collo e raggiungono la testa. Infatti, scoprì che ad esse corrispondevano sia la relativa superficie del corpo che gli organi interni. 


Premendo alcune zone del corpo si avevano risultati corrispondenti in altre parti del corpo secondo queste sezioni.


Venivano trattate delle parti con pressioni di  trenta secondi fino ad alcuni minuti, e per alleviare velocemente il dolore si usavano talvolta delle pinzette che si posizionavano sui polpastrelli  delle dieci dita delle mani.


Le linee longitudinali sono tridimensionali in quanto riflettono l’interno del corpo davanti e dietro, pertanto l’indicazione che il riflessologo trae dall’osservazione e la palpazione del piede è da ricercare davanti e dietro, quanto in alto e in basso.


Uno squilibrio in una parte di queste zone longitudinali, determina un eccesso a monte e una carenza a valle della stessa, come un ostacolo in un corso d’acqua.


Vi è anche un’altra suddivisione orizzontale che separa la pianta del piede in quattro parti, la prima linea va tracciata appena sotto le dita un centimetro dopo l’inizio del cuscinetto della pianta del piede, la seconda a due terzi della lunghezza restante del piede e la terza a un terzo circa della rimanenza del piede.in questo schema il corpo è suddiviso in quattro parti: sezione testa-collo-spalle; sezione polmoni,  tra spalle e diaframma; sezione tra il diaframma e il bacino; sezione pelvi-arti inferiori.

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